Il vino novello, un fenomeno di massa
quasi tutto italiano, rappresenta un settore in costante crescita
negli ultimi anni.
Ogni anno si celebra il rito del
dèblocage, l'apertura delle bottiglie alla mezzanotte del 6 novembre, una sorta
di battesimo che dà inizio alla commercializzazione del prodotto
per la stagione in corso e all'invasione degli scaffali di enoteche
e ristoranti.
Pare che il vino novello abbia origini francesi, quando negli anni
'30 del XX secolo il ricercatore Flanzy sperimentò la conservazione
dei grappoli sotto CO2 ed ottenne involontariamente un mosto gradevole
e profumato. I primi a produrlo furono i vignaioli del Beaujolais,
la regione a sud della Borgogna, con l'appellativo di
Beaujolais
Noveau, ricavandolo esclusivamente da uva
Gamay.
In Italia la primogenitura del vino novello va ex-aequo ad Angelo
Gaja negli anni '70 con il «Vinot» ed al «S.Giocondo»
di Giacomo Tachis per i Marchesi Antinori, ma oggi il fenomeno conta
più di 400 produttori per 15-20 milioni di bottiglie.
Povera la vendemmia 2007, povera la produzione di vino novello che quest'anno registra un calo del 10%. La produzione è stimata a poco più di 14 mln di bottiglie. Fedagri-Confcooperative ha condotto uno studio tra le 429 Cantine aderenti: il 60% verrà dal Nord, in testa il Veneto, poi Trentino, Emilia Romagna e Fvg. Il 25% in Centro, con Toscana, Lazio e Umbria. Il restante 15% al Sud con la Puglia che precede Sicilia e Sardegna (fonte articolo © ANSA 2007)
A differenza dei cugini francesi, nel nostro Paese si utilizzano un po' tutti i vitigni (sono 59 quelli previsti dai vari disciplinari) con prevalenza di
Merlot,
Cabernet Sauvignon e
Sangiovese, ma a fare la parte del leone è soprattutto il Nord, con 6 bottiglie su 10. La regione con il maggior numero di bottiglie prodotte è il Veneto (intorno ai 5 milioni).
Questo vino particolare è stato disciplinato per legge nel 1999, con successive modificazioni, e si produce con il processo di
macerazione carbonica, una tecnica che tende ad esaltare le caratteristiche di freschezza e di sentore fruttato, regalando un prodotto molto apprezzato e beverino.
I grappoli interi sono posti all'interno di apposite vasche da 50-70hl, nelle quali dopo aver prodotto il vuoto d'aria viene immessa co2, a 30° per 7-14gg. I grappoli che si trovano sul fondo delle vasche vengono schiacciati dalla massa d'uva e liberano il mosto. I lieviti indigeni migrano dalla buccia alla polpa alla ricerca di ossigeno ed acqua, innescando un processo di
fermentazione intracellulare. Al termine del ciclo si procede alla vinificazione in rosso, con una lieve pigiatura e un'ulteriore fermentazione di 3-4gg.
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La gradazione minima è 11% vol, il limite massimo di zuccheri riduttori residui non deve superare i 10g/l, il termine ultimo per l'imbottigliamento è il 31 dicembre dello stesso anno
della vendemmia, mentre la commercializzazione non può
avvenire prima delle ore 0:01 del 6 novembre, giorno del dèblocage (solo nell'ambito di manifestazioni espositive e promozionali è consentito porre in degustazione i vini "novelli" a partire dalle ore 0:01 del 5 novembre dell'annata di produzione delle uve; il Beaujolais Nouveau francese, invece, si potrà assaggiare solo a partire dal terzo giovedì di novembre). |
Per l'assenza quasi totale di tannino il vino prodotto in questa maniera non è particolarmente longevo, e induce gli addetti ai lavori a promuoverlo in modo massiccio, così da venderlo e consumarlo in tempi brevi (non più di 5-6 mesi dall'uscita).
Dal punto di vista del marketing si è trattato senza dubbio di una scelta vincente, perché il vino novello ha contribuito ad avvicinare i giovani con moderazione al vino e in seguito al vino di qualità. Il novello ha però anche i suoi detrattori, poiché rappresenta in qualche misura una realtà contraddittoria.
Il disciplinare di legge obbliga infatti il ricorso alla macerazione
carbonica per almeno il 30% delle uve (mentre il Beaujolais richiede il
100%), ma ammette l'utilizzo della vinificazione tradizionale per
il resto dell'uvaggio.
Forse proprio per questa ragione, oppure solamente per un po' di snobismo, alcuni grandi produttori dichiarano che il novello non lo produrranno mai, perché altrimenti danneggerebbe l'immagine dei loro vini di punta.
L'appuntamento per appassionati ed operatori del settore è
ogni anno al Salone Nazionale del Vino Novello ( www.vinonovello.org), organizzato dalla Fiera di Vicenza in collaborazione con Civiltà del Bere, e la partecipazione delle aziende associate all' Istituto Nazionale del Vino Novello.
L'edizione 2007 si terrà il 5 novembre con ingresso libero alle 10.00 alle 20.00
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©Salone Nazionale del Vino Novello |
©Movimento
Turismo del Vino |
Per il 4° anno consecutivo c'è una bella iniziativa del Movimento
Turismo del Vino: Novello in Cantina.
Nel mese di novembre tantissime cantine in tutta la penisola apriranno le loro porte al pubblico per un approccio al vino Novello, ai prodotti tipici ed agli abbinamenti della tradizione.
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