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6-10 aprile 2006
Non sono stata a Trendy Oggi e Big Domani e nemmeno al padiglione della Puglia, come invece speravo (memore di eccellenti Chardonnay locali degustati recentemente). Sono arrivata a Vinitaly con un programma ben preciso, che invece sono riuscita a mantenere solo il primo giorno. Inizio rocambolesco la mattina di giovedì con aereo da Roma in overbooking e dunque dirottamento su Venezia per poi arrivare a Verona sotto un diluvio torrenziale a bordo di una serissima Mercedes nera. Tutto a spese dell’Alitalia, che mi risarcisce del danno con un magnifico travel voucher di un importo addirittura superiore al biglietto che avevo acquistato. Boh?! Ma ho perso 2 o 3 ore e per consolarmi decido di trattarmi bene e consacro il giovedì al Friuli e ai sublimi bianchi del Collio, Tocai, Sauvignon, Riesling, Chardonnay, uvaggi di tutti e 4, Ribolla Gialla ma anche Riesling passiti (!!!!) e Picolit delle cantine Dal Fari, Di Lenardo, Terpin, Primosic e Rodaro.
Indimenticabile.
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Il venerdì vengo un po’ travolta dalle P.R. Nemmeno fossi una star, il telefono non sta zitto un minuto. Rappresentanti conoscenti che mi chiamano per giudicare i vini di cantine che vorrebbero affidarsi a loro (passo dalle Marche al Molise all’Alto Adige) e amici produttori di vini che pure chiamano me in cerca di un rappresentante di cui fidarsi. Mi telefona perfino il Direttore Commerciale dell’azienda vinicola La Raia, di proprietà del Presidente della Società di Consulenza per cui lavoro, produttore di un ottimo Gavi, che addirittura vorrebbe che sia io stessa a vendere i loro vini. Roba da matti! Da non uscirne più! Poi un po’ di libertà e giù col Piemonte a degustare Freisa, Brachetti, Barbareschi e Baroli (Gianni Voerzio, Fratelli Alessandria, Braida di Giacomo Bologna, Giacomo Fenocchio, Aziende Agricole Sella). MMMMHHHHHH!!!!!
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Sabato ancora Veneto con produttori che mandano sms offesi perché al terzo giorno di Vinitaly non siamo ancora passati a fare un saluto. Raboso del Piave, Prosecco, incrocio Manzoni, Soave, (Prà, Italo Cescon, Foss Marai Cecchetto), etc. E poi c’è la FISAR fresca di elezioni. Il neonato Consiglio nazionale è in procinto di eleggere il nuovo Presidente. Bisogna spingere anche lì per sperare in un futuro migliore e inoltre bisogna congratularsi con Graziella Cescon che gode di tutta la mia fiducia. Il tempo rimasto lo dedico al padiglione 7, quello degli outsider, dove alla Contadi Castaldi l’amico enologo Falcetti fa assaggiare a me e alla mia amica Vilma l’ultimo arrivato: un Franciacorta chiamato “Soul” che sul serio ti ruba l’anima e che non ha niente da invidiare a uno Champagne.
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E ancora domenica, poco più di mezza giornata con puntatine in Sicilia (Etna, carricante e catarratto, ah il Pietramarina di Benanti!); Basilicata con un’orizzontale di Aglianico del Vulture di 3 cantine (Re Manfredi Terre degli Svevi, Don Anselmo di Paternoster, Titolo di Elena Fucci) e Sardegna dove, tra altre meraviglie, assaggio un eccellente Monica di Sardegna Torremora e una Vernaccia di Oristano del 1968 della cantina Josto Puddu !
Great!
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