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Nessuna pianta e nessun altro alimento sono mai stati e saranno cosi presenti nel quotidiano dell’umanità come l’olivo e quanto da lui deriva, cioè l’olio. Questi infatti costituiscono la pietra miliare della storia dei costumi sociali dell’uomo nel bacino del mediterraneo fin da epoche preistoriche, per questo motivo può essere tranquillamente definito l’albero della vita.
Per le conoscenze che si hanno oggi, date sostanzialmente dai ritrovamenti archeologici, si può affermare che la pianta dell’olivo compare nella zona meridionale del Caucaso, ad ovest dell’altipiano iraniano, e da qui si diffonde rapidamente nella mezzaluna fertile mesopotamica, per passare poi in Egitto, in Palestina, nelle isole mediterranee, a Creta, in Grecia, in Italia e in Spagna.
La prima fase della sua diffusione la si può far coincidere con l’espansione della civiltà minoico-cretese, nel periodo che va dal 5000 AC al 1400 AC. Ritrovamenti attestano l’importanza economica della produzione e del commercio dell’olio: nel palazzo di Cnosso sono stati ritrovati affreschi, depositi pieni di anfore fittili, tavolette d’argilla e libri mastri che danno conto dei luoghi di produzione e di commercio, degli scambi e delle forme di pagamento. Erano già distinti gli oli destinati all’alimentazione da quelli utilizzati per scopi medici o religiosi. A seguito della decadenza di Creta, l’olio continuò ad essere scambiato nei porti del Mediterraneo grazie alle veloci navi Fenicie e Cartaginesi. Uno dei luoghi di maggior destinazione era l’Egitto dove l’olio era usato nei procedimenti d’imbalsamazione dei defunti.
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