E’
un’azienda storica del Collio le cui origini risalgono all’Ottocento.
Dopo le due guerre mondiali l’azienda è presa in mano da Silvestro
Primosic che imposta un nuovo corso. Oggi Silvestro e’ affiancato
dai figli Marko, enologo, e Boris che segue la parte amministrativa.
E’ Silvestro stesso che si dedica con la passione e l’energia
di sempre allo sviluppo ed alla cura dei vigneti.
Lara, moglie di Marko,
ci accoglie nella sala di degustazione e con un bicchiere
di Ribolla gialla in mano – fini e netti i profumi – ascoltiamo
le caratteristiche climatiche delle ultime annate: nel Collio
il 2004 è stato segnato da un andamento climatico particolarmente
favorevole, si parla di una grande annata “…ed era interessante
vendemmiare perché” racconta Lara “c’erano grappoli gialli,
maturi, bellissimi e grappoli verdi che abbiamo dovuto lasciare
lì per poi ritornare e rivendemmiare. E’ bello raccontare,
certo, ma fare è un’altra cosa!”. Il 2003 è stato tutto al
contrario, un anno molto difficile, con tanta trepidazione,
perché all’inizio i grappoli erano bruciati dal sole, poi
man mano il clima è cambiato, i grappoli si sono evoluti ed
il vino si sta evolvendo ancora in modo diverso da vitigno
a vitigno.
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Dalla sala,
attraverso un passaggio, raggiungiamo direttamente
le grotte che ospitano la cantina; un pozzo naturale
sotterraneo - bello a vedersi e recentemente ristrutturato
– assicura la percentuale ottimale di umidità. Barriques
di Allier e Tonneau (carati da 500 litri) vengono
utilizzate insieme con sapienza in una complessa ricerca
di armonia che nella linea Gmajne (in sloveno significa
“vigna”) – vini n° 3,4,5 in degustazione - e nell’eccezionale
Klin – vino n° 6 - raggiunge la massima espressione. |
Le barrique di 1° e 2° passaggio sono dedicate al bianco, dopo vengono
utilizzate per il rosso con una vita massima di 5 anni. I
Tonneau sono impiegati soprattutto per la ribolla gialla.
La diversità di utilizzo
dipende dall’annata, dai tempi e dal vino: la Ribolla gialla
che è un vino di alta acidità, molto elegante, con meno struttura
degli altri vitigni eleva nei tonneau da 6 a 8 mesi (dipende
dall’annata) mentre chardonnay e pinot grigio elevano in barriques
da 8 a 12 mesi e fino a 24 mesi per il solo Klin (assaggiandolo
non si sentono affatto: è un vino che può davvero cambiare
l’idea della barrique).
Risaliamo ed iniziamo
la degustazione: prima i bianchi, la linea classica seguita
dai cru Gmajne e dopo, per i rossi, il Refosco ed il Metamorfosis.
La
degustazione
1. Collio
Ribolla Gialla 2003
2. Collio Pinot grigio 2003
3. Collio Pinot grigio Gmajne 2003
4. Collio Ribolla Gialla Gmajne 2002
5. Collio Chardonnay Gmajne 2002
6. Collio Klin 2000
7. Refosco della Venezia Giulia 2003
8. Collio rosso Metamorfosis 2002
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1. Il colore
è giallo paglierino con una bella luminosità. I profumi sono
fini e netti con la parte fruttata ben amalgamata alle note
floreali; ha un carattere gustativo segnato da un’acidità
molto alta e buona sapidità. Pulisce molto bene la bocca.
La fermentazione avviene in acciaio. E’ un classico dell’azienda,
commercializzato velocemente,
2. Colore giallo paglierino di discreta intensità
con nuances dorate, buoni i profumi floreali e fruttati con
una nota minerale e fumè. Al gusto è sapido di buona rispondenza
gusto-olfattiva e acidità. Il finale è leggermente amarognolo.
La fermentazione avviene in acciaio e affina in bottiglia
per qualche mese. Su antipasti e primi a abse di verdure.
3. Colore giallo paglierino, elegante al
naso con sentori di erba tagliata, frutto maturo (banana)
ed erbe aromatiche. In bocca è caldo, sapido, fresco e persistente
con un ritorno lunghissimo di salvia. E’ l’unico vino del
cru Gmajne che non fa legno: la fermentazione avviene in acciaio
ed affina in bottiglia per qualche mese. Abbinamento classico
su crema di asparagi.
4. Il colore
è giallo paglierino molto luminoso. Il profumo è giocato
su toni freschi di fiori e frutta non matura con sfumature
agrumate, leggera speziatura. Al gusto è caratterizzato
dall’alta acidità tipica del vitigno. La fermentazione
avviene in acciaio per qualche giorno e poi prosegue
in tonneau dove trascorre dai 4 ai 6 mesi. E’ più
strutturato del primo campione (solo acciaio). Adatto
su salmone, crostacei, ma anche su pesce al forno
con patate e zuppe di verdure. |
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5. Colore luminoso e profumo elegante di
frutta esotica e speziatura dolce molto ben espressa. In bocca
è avvolgente, ben equilibrato e persistente con ritorno di
frutta e di vaniglia. Fermentazione in barrique dove continua
l’elevazione per 10 mesi. Da provare su pesce al forno oppure
su orate, dentici o spigole al sale.
6. Il vino prende il nome dalla forma dell’appezzamento
di terra da cui proviene l’uva, Klin appunto, che significa
cuneo. Colore luminosissimo e profumo complesso, ampio in
un mix sorprendente e particolarissimo di fiori, frutta a
polpa gialla, erbe aromatiche, miele, note casearie, speziatura
dolce, note minerali di pietra focaia. In bocca è equilibrato:
la buona morbidezza è perfettamente bilanciata da note fresche
e sapide. E’ un uvaggio per metà, ottenuto da uve Chardonnay
(60%), Sauvignon (20%), Ribolla gialla (20%). Fermentazioni
separate in barrique per Chardonnay e Sauvignon da un lato
e Ribolla gialla dall’altro. Elevazione di 24 mesi in barrique
ed affinamento in bottiglia per ulteriori 10/12 mesi. Adatto
su carni bianche con salse sostanziose (Lara consiglia pollo
in crema di ceci), pecorino stagionato, grana e mostarda,
da provare con prosciutto e fichi. E’ un vino che va bene
anche da solo, da meditazione.
7. Bel rubino
il colore, semplice e delicato il profumo, interessante il
gusto che esprime la tipicità del vitigno: fonde freschezza
e fragranza con un tannino abbastanza fitto e fine, ma ben
equilibrato. E’ un vino gradevole, da tutti i giorni, indicato
soprattutto su maiale allo spiedo o al forno.
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8. Ha note
mature che ricordano i frutti di bosco e le visciole,
dolce e morbida la speziatura. In bocca è caldo, di
buona freschezza e buona persistenza con ritorno delle
note fruttate. E’ un assemblaggio, fatto in elevazione,
di uve Cabernet Sauvignon e Franc, Merlot ed una piccola
parte di Refosco. Abbinamento classico su salumi tipici
regionali, oppure crostini di carne alla tartara (condita
con senape, capperi ed un cucchiaino di cognac da
una ricetta di Lara). |
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Azienda Primosic |
Località Madonnina d'Oslavia 3
34170 Oslavia, Gorizia |
Anno di fondazione: 1956
Ettari vitati di proprietà: 26
Esposizione: Sud
Pendenza: da 6 a 10%
Bottiglie prodotte: 180.000
Vendita diretta: sì
Visite in azienda: su prenotazione
Produzione uve 2004: 600 qli
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+39 0481 535153 (r.a.) |
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+39 0481 536705 |
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www.primosic.com |
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primosic@primosic.com |
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Il ricordo di Gino Veronelli in un Merlot del '67
E’ il 4 Dicembre. Marko Primosic – tre giorni prima
è stato a Bergamo per l’ultimo saluto a Veronelli -
risale dalla cantina con una bottiglia particolare in
mano.
«E’ una bottiglia di Merlot del 1967 di casa nostra.
Il vigneto da cui provengono le uve esiste ancora e
produce oggi il Merlot del vino Metamorfosis (campione
n° 8).
E’ Uno dei primi vini fatti da mio padre, che Veronelli
ha descritto nella storica rivista "Vini e Liquori"».
«E’ da 5 anni che non apro una bottiglia così. La dedico a Gino Veronelli».
L’etichetta è stata realizzata dalla mamma di Marko «all’epoca non potevamo permetterci un designer» e riproduce la zona di Oslavia, sede dell’azienda. Marko ci guida in questa degustazione che rivela la particolare attitudine di questo territorio ad una viticoltura di eccezionale qualità: «Ci sono bottiglie che sono delle curiosità, non è importante come è il vino oggi. L’importante è che al naso ricordi il Merlot appieno, in bocca è ovviamente sabbioso, ma la struttura minerale ed acida è rimasta potente mentre i tannini sono morbidi. L’aroma non è ossidato, sembra un Porto, con profumi di cioccolato tipici del Merlot invecchiato, che pian piano si aprono in tabacco e sentori di radice amara, di china. E’ una continua evoluzione. Ed è’ stata una sorpresa anche per me: l’acidità è ancora notevole. E’ una questione di terreno che è difficilmente spiegabile perché è poi quella che distingue ogni appezzamento: per esempio, usando i grandi, che cos’è che fa la differenza tra un Romanee Conti ed il suo vicino? Un appezzamento di terreno felice, che riesce a dare risposte di un certo tipo. Poi, ovviamente, la cultura di chi ci lavora, la tradizione, di farlo in un certo modo, il produrre poco, sono surplus che si aggiungono a qualcosa che già di suo lavora bene, cioè produce in un certo modo.
Il Collio ha queste caratteristiche per l’acidità ed è questo che fa la differenza nel mondo dei bianchi che da giovani sono buoni tutti, ma nel Collio mantengono, ed in più riescono a migliorare negli anni, la loro struttura. Dopo cinque anni riescono ad esprimere il massimo della loro potenzialità, mentre i bianchi prodotti in altri territori hanno già ceduto da tempo. E’ la struttura acida che conferisce al Collio una componente importantissima, e consente, insieme alla posizione geografica particolare di equilibrio tra Nord e Sud, tra montagna e mare, di giocare un ruolo che nei vini bianchi fa veramente la differenza».
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La DOC Collio/Collio Goriziano
La zona di produzione si estende su tutto o parte del territorio di otto comuni:
Gorizia, Capriva del Friuli, Cormòns, Dolegna del Collio, Farra d'Isonzo, Mossa, San Lorenzo Isontino e San Floriano del Collio.
Sottodenominazioni da uvaggi:
Collio Rosso: prodotto con uve Cabernet Franc e/o Cabernet Sauvignon, e/o Merlot e/o Pinot Nero.
Collio Bianco: prodotto con uve Ribolla gialla (45%-55%), Malvasia istriana (20%-30%) e Tocai (15%-25%).
Sottodenominazioni varietali:
Collio Cabernet (prodotto con uve Cabernet Franc e/o Cabernet Sauvignon) e tutti i seguenti vinificati in purezza: Collio Cabernet Franc, Collio Cabernet Sauvignon, Collio Merlot, Collio Pinot Nero, Collio Chardonnay, Collio Malvasia, Collio Muller Thurgau,Collio Picolit, Collio Pinot bianco, Collio Pinot grigio, Collio Ribolla o Ribolla Gialla, Collio Riesling, Collio Riesling italico, Collio Sauvignon, Collio Tocai Friulano, Collio Traminer aromatico.
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Come arrivare:
Dalla A4 uscire al casello di Villesse, proseguire per Gradisca d'Isonzo e per Cormòns.
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