Pairolero è una vigna che dà un tenore alcolico niente male, intorno a 14,5°, ma l'approccio con la barbera è comunque complesso per ogni singolo territorio. Il vino si presenta rosso rubino intenso e luminoso, con una consistenza che denuncia una spalla alcolica e acida piuttosto interessanti. Al naso offre uno spettro di buona intensità, con note eteree supportate dall'impronta del legno, con spezie scure e note mentolate, via via affiancate da frutta matura, prugna. La gustativa esprime un alcol evidente ma non prevaricante, c'è una buona masticazione ed è presente un'acidità (ricorda un vino bianco) equilibrata dalla morbidezza conferita dalla barrique. Il tannino è ben distribuito e non lascia sensazioni "verdi", rugose. Intenso e persistente, con un lungo finale non amaricante.
Il 2001 è un'annata che sarà ricordata, alla pari del '96. C'è stato un altro estratto bilanciato da una forte acidità (circa 6,3), con un grado alcolico intorno a 14,6% vol. E' un'annata bilanciata verso l'alto, tipicamente piemontese.
La La vinificazione avviene con 9-10gg di macerazione, con lavorazioni manuali a temperatura controllata sui 29-30°C per tutelare i lieviti autoctoni ed evitare aromi di frutta cotta ed eterei (che si raggiungerebbero con oltre 32°C). Prima di svinare si arriva a 32° per fissare il colore e poi si passa in barrique (la barbera rispetto al dolcetto ha più tannino che si deve polimerizzare con l'uso del legno, che dà anche ossigenazione) a temperature più basse, intorno ai 16-17°C ed umidità alta che limita i sentori di vaniglia. Si fa una malolattica che aumenta il pH e ammorbidisce il vino con l'azione dei batteri, nella prima parte con il legno nuovo, poi si passa a barrique di 2° e 3° passaggio che cedono meno tostatura (a 16-18°C).
|
©Sottimano |